domenica 27 aprile 2014

OSTIA: DIVERSE SPIAGGE, STESSO MARE

i lavori a mare presso 'La Conchiglia'
Si apre la stagione balneare ma nel Municipio X si applicano due pesi e due misure: per le spiagge libere, massima severità con tanto di esclusione degli affidatari storici, per tutte le altre, massima elasticità. Proprio il 24 aprile, il presidente del Municipio, Tassone, in conferenza stampa ha affermato che agli stabilimenti balneari di Ostia è stata concessa la proroga fino al 2020 e che tutto è regolare. Lo ha confermato il direttore del Municipio, Saccotelli. Lo conferma, secondo Tassone, anche la Procura di Roma, visto che 'ogni atto del Municipio viene attenzionato' dopo gli arresti per mafia ad Ostia del luglio 2013. Il riferimento normativo è la determinazione dirigenziale emessa il 24 marzo 2014 dal Municipio (nr.rep CO/846/2014, nr.prot. CO/37341/2014) mai pubblicata come per legge all'Albo Pretorio. Il Municipio X 'prende atto', dunque, della proroga delle concessioni demaniali marittime in scadenza al 31 dicembre 2013 per l'attività di stabilimento balneare, con finalità turistico-ricreative (art.1, comma 18 D.L. n.194/2009; art.34-duodecies L. n.221/2012; art.1, comma 547 L.228/2012). All'interno della proroga anche il chiosco che è stato gestito dall'autista della famiglia Triassi, organizzazione criminale di stampo mafioso operante nella Capitale, ma anche altri stabilimenti che per l'art.38 del Codice degli Appalti non avrebbero i requisiti di ordine generale in termini di rilascio di concessioni. Uno degli stabilimenti, quello dell'Istituto delle Figlie di Maria Immacolata, è noto essere da tempo in mano ai Triassi: "una spiaggia attrezzata che insiste su un lembo di arenile originariamente dato in concessione a delle suore e gestito da un cognato da quando i due, un anno fa, hanno deciso di trascorrere buona parte del loro tempo a Tenerife, nelle isole Canarie". Insomma, la legalità e la trasparenza amministrativa per Tassone sono parole o fatti? L'elenco sarebbe lungo ed è singolare che Libera, la più grande associazione in Italia che combatte la mafia e che ha vinto il bando di gara per l'affidamento dei servizi connessi alla balneazione su una delle spiagge libere del litorale di Roma (l'Amanusa), non dica nulla. Libera, da pochi mesi, risulta anche dentro la gestione del chiosco del Faber Beach, sequestrato nel 2013 assieme allo stabilimento balneare "Village", entrambi rientranti nella proroga della concessione fino al 2020. Una gestione che non si capisce che nesso abbia con gli amministratori giudiziari nominati dall'autorità competente (per il Faber, il giovane Dottore Commercialista e Revisore, Mauro Messina).
Dulcis in fundo, il Municipio X, all'interno della proroga, ha imposto ai titolari delle concessioni l'obbligo dell'esistenza di appositi varchi per consentire le operazioni di sicurezza in mare, secondo quanto stabilito dalla Regione Lazio e dalle leggi comunitarie. Tale negligenza (perché i varchi non ci sono) rientra nel caso previsto dal comma f) del succitato articolo 38, ma per Tassone e Saccotelli evidentemente no. Tutto regolare, dunque, anche i lavori per la realizzazione di una scogliera a mare che in questi giorni procedono presso lo stabilimento "La Conchigia", anch'esso con proroga fino al 2020, senza alcun cartello lavori, con un ingresso del cantiere non segnalato. Per le autorizzazioni, è stata informata la Capitaneria di Porto che ha avviato i controlli. Una stagione balneare ricca di contraddizioni.

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